ABF GLOBALAB MED

La cornice

ABF Globalab Med ha come tema-chiave la comunicazione, con particolare attenzione al ruolo di quella non (extra e para) verbale. La comunicazione, in particolare non verbale, si connette a sua volta al macro-tema del conflitto – inteso nelle sue ricche e molteplici articolazioni: bellico, ma anche personale, interiore, relazionale, legato ai problemi della crescita e dell’adolescenza, familiare ecc. – e della sua risoluzione, posto al cuore di tutti i Progetti “ABF GlobaLab”. Infatti, la comunicazione, in special modo quella para ed extra verbale, svolge un ruolo cruciale nella risoluzione delle dinamiche conflittuali. La comunicazione non verbale, densamente connotata da aspetti emotivi-affettivi e relazionali oltre che ‘di contenuto’, è veicolata tramite la postura, l’atteggiamento corporeo, la mimica facciale, lo sguardo che accompagna il parlato, la gestualità, oltre che il ritmo, il tono e la modulazione della voce.

Con particolare evidenza all’interno delle relazioni conflittuali, la ‘parola’, il linguaggio verbale svela soltanto una parte del messaggio che si intende trasmettere; in questo quadro, la capacità della comunicazione verbale di promuovere la risoluzione del conflitto è soltanto parziale: se non è accompagnata da posture, sguardi, uso della voce, postura, congruenti rispetto al messaggio verbale emesso e volti a favorire una ‘de-escalation’ e l’individuazione di un terreno negoziale, di possibile incontro con l’altro, la sola comunicazione verbale non è infatti sufficiente (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971). Per essere realmente ‘promotrici di pace’, le parole dette e ricevute – in particolare all’interno di contingenze conflittuali, ma ciò vale per qualunque tipologia relazionale – sono chiamate a essere congruenti, coerenti, autentiche rispetto a quanto provato e con le reali intenzioni degli interlocutori, oltre che accompagnate da una dimensione di ascolto e dense dal punto di vista emotivo.

All’interno di un conflitto prestare attenzione ai segnali non verbali dell’altra persona può aiutare a capire il senso reale e gli obiettivi della comunicazione verbale: a sua volta, questo permette di rispondere e reagire in modo tale da favorire la costruzione di una relazione di fiducia e la risoluzione efficace del conflitto. Un tono di voce calmo, uno sguardo o un’espressione che mostri reale interesse verso l’altro possono gradualmente trasformare uno scambio teso nell’individuazione, con l’altro, di un terreno di scambio e di incontro. Tutto ciò è strettamente connesso alla valorizzazione dell’Intelligenza Emotiva (Goleman, 2011) e delle competenze socio-emotive, oltre che comunicative in senso stretto. La capacità di leggere e comprendere le intenzioni proprie e altrui dipende infatti in massima parte dalla nostra consapevolezza emotiva: più siamo consapevoli delle nostre emozioni, più facile sarà relazionarci efficacemente, a noi stessi e agli altri.

Finalità

Finalità del progetto è promuovere l’orientamento vocazionale, incentrando l’attenzione sul rafforzamento delle competenze trasversali, in particolare comunicative, sociali ed emotive (es. comunicazione efficace, ascolto attivo, empatia, intelligenza emotiva; sull’importanza delle competenze traversali nella vita, nello studio e sul lavoro, cfr. fra gli altri OMS, 1992; OECD, 2021, oltre a Consiglio Europeo, 2017, 2018; Marzana et al., 2018; Kautz et al., 2014), di ragazze e ragazzi, affrontando questi temi da due prospettive diverse ma strettamente interrelate: ovvero, approfondendo il tema della comunicazione, verbale e soprattutto non verbale, e del ruolo dei media, quali strumenti per definirsi e ‘costruire finzioni’.

Perchè il Mediterraneo?

Il Mediterraneo, punto di congiunzione tra Nord e Sud, Est ed Ovest, è lo spazio che più di altri ci interpella, in cui possiamo dar vita a nuovi scenari di convivenza, in cui la diversità non sia temuta o semplicemente tollerata, ma venga vissuta come ricchezza. Lo possiamo definire come “mare humanum” per il fatto stesso di essere mare tra terre, luogo del “tra”.

In questo mare si gioca la sfida del futuro, come aveva profeticamente intravisto Giorgio La Pira, che era solito definire il Mediterraneo come una sorta di “grande lago di Tiberiade”, un mare di Galilea più grande, capace di unire popoli e nazioni, e di abbattere qualsiasi barriera. La Pira intuì il valore ed il ruolo geopolitico dello “spazio mediterraneo” come punto nevralgico della pace mondiale.

Questo mare pone delle domande fondamentali per il con-vivere e per il superamento dei grandi conflitti: “Il Mediterraneo è da sempre luogo di transiti, di scambi, e talvolta anche di conflitti. Questo luogo oggi ci pone una serie di questioni, spesso drammatiche. Esse si possono tradurre in alcune domande: come custodirci a vicenda nell’unica famiglia umana? Come alimentare una convivenza tollerante e pacifica che si traduca in fraternità autentica?”.

Le stesse domande che il grande filosofo francese E. Morin pone guardando proprio al Mediterraneo: “Come si può fare in modo che i vari popoli della terra si incontrino senza abbandonare la propria identità, ma senza neanche rinchiudersi all’interno di essa in modo integralistico, diventando preda di un rifiuto dell’altro? E quindi il problema diventa quello di come sia possibile costruire ponti, comunicazioni, versioni della propria cultura che siano aperte all’altro. Il Mediterraneo è ancora oggi una linea di confine proprio tra nord-ovest e sud-est del mondo, e quindi, per certi versi, pur essendo un mare locale, è l’epicentro di un problema globale”.

La sfida è con-vivere, senza la tentazione della supremazia di uno sugli altri, ma imparando la cultura del dialogo e della con-vivenza, unica via per un futuro di pace.

Un mare poliedrico, in cui è possibile imparare ad ascoltare e a dialogare nella pluralità di lingue, culture, saperi, religioni, un grande cantiere di ecologia integrale. Tutto questo richiede capace di pensare ed abitare la pluralità.

I partner

Su questa visione si fonda il progetto OIKOS Mediterraneo, un progetto nato a Taranto, una città geograficamente strategica e bella ma ferita da un modello di sviluppo sbagliato, proprio questa ferita può trasformarsi in opportunità per innescare uno sguardo diverso e prassi creative.

ABF GlobaLab MEd e OIKOS Mediterraneo, grazie alla collaborazione di Giovanni Caccamo vogliono innescare, coinvolgendo i giovani di diverse città del Mediterraneo, una nuova immaginazione capace sia di rendere i giovani protagonisti del cambiamento sia di scorgere nuove connessioni, tra culture e visioni apparentemente distanti ed estranee per costruire un futuro diverso.

Il Mediterraneo con il suo meticciato, rappresenta uno spazio fortemente generativo, per un pensiero alternativo e un equilibrio nuovo tra uomo, mondo e natura.

Metodologia

A livello metodologico il progetto si struttura in:

  • Individuazione gruppo di 40-50 ragazze/i coinvolti e misurazione ex-ante ambiti di competenze socio-emotive
  • Workshop su comunicazione e risoluzione dei conflitti
  • Concerto
  • Percorso laboratoriale di 5 incontri
  • Valutazione ex-post acquisizione competenze socio-emotive

Il ruolo di ABF

All’interno del progetto GlobalabMed, ABF:

  • Coordina la rete di team locali reclutati sui territori
  • Forma operatori locali sulla base del approccio ABF Globalab per l’orientamento vocazionale e professionale
  • Supervisiona la realizzazione del progetto mettendo a disposizione risorse a supporto del team locale
  • Misura l’impatto dell’intervento

Le tappe

  • Firenze 30 maggio 2023
  • Gerusalemme 8 settembre 2023
  • Le successive tappe prevedono il coinvolgimento di altre 10 città del Mediterraneo nei prossimi due anni